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Together Again: Bill Evans e Tony Bennett – Parte III – I brani: “Dream Dancing”

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Cole Porter ha scritto la versione strumentale di Dream Dancing per il film You’ll Never Get Rich del 1941. La prima registrazione vocale è quella di Fred Astaire sempre dello stesso anno. Altre registrazioni note sono quelle di Ella Fitzgerald (Ella Fitzgerald & Cole Porter – Dream Dancing, 1978), Zoot Zims con Jimmy Rowles (Warm Tenor, 1987), e Mel Tormé con George Shearing al piano (An Evening at Charlie’s, 1983).

Dream Dancing è in tonalità originale di Do maggiore e presenta il verse, a sua volta preceduto da un’introduzione di 4 battute in cui accordi per quarte armonizzano una scala pentatonica discendente di Do priva di terza (Es. 99 note cerchiate).

La terza è da considerarsi comunque maggiore, vista la tonalità del brano (Do maggiore, appunto) e il primo accordo per quarte che è certamente maggiore. Alla seconda battuta troviamo invece il Mi bemolle (vedi freccia Es. 99) e altre note estranee alla scala di Do, questo perché gli accordi della seconda battuta non si riferiscono al modo, ma proseguono la discesa per toni interi. Infatti se i  due accordi della prima battuta sono riconducibili a C6/9 e Bb6/9, quelli della seconda sono Abmaj9(#11) e Gbmaj9(#11), armonizzano cioè le prime quattro note della scala esatonale discendente di Do (Es. 100).

Del verse di sedici battute, abbiamo già detto nella Parte II a proposito del pedale armonico e della modulazione metrica.

Dal chorus AABC (16+16+8+12 battute) Evans imposta l’accompagnamento su accordi di tre o quattro suoni senza fondamentali nella mano destra, mentre alla sinistra affida la sola linea del basso che interagisce ritmicamente (Es. 101). Questa tecnica caratterizza l’intero brano, anche la parte in a solo.

Altre volte alla mano sinistra troviamo bicordi di quinta (Es. 102).

Durante tutto l’arco del brano, alcuni elementi sono riproposti in maniera leggermente variata negli stessi punti, evidenziando l’altra grande qualità di Bill Evans: il senso della forma (Es. 103a, b, c, d; Es.104a, b; Es. 105a, b).

La stessa coda ripresenta l’idea dell’introduzione con accordi per quarte di quattro suoni anziché di cinque (Es.106).

Il solo di Evans, sul tema delle prime due A e prime quattro misure di B, ha inizio da un break con pick-up. Le prime quattro battute presentano l’incastro ritmico di tre parti (Es. 107): una superiore elabora ritmicamente le note del tema, altre due alla mano sinistra, alternano accordi di tre suoni e bassi.

Alla seconda A del solo, l’alternanza dei ritmi tra le due mani è riproposta su figura di terzine di semiminime (Es. 108) e di nuovo all’inizio dell’ultima sezione cantata (Es. 109).

Sul finire del brano Evans e Bennett si producono in scambi di due battute (Es. 110).