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Addio a Benny Golson. All’età di 95 anni scompare uno degli ultimi Grandi Maestri del jazz

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Il mondo del jazz piange la scomparsa di Benny Golson, leggendario sassofonista e compositore, morto il 21 settembre 2024 all’età di 95 anni nella sua casa a Manhattan. Una figura insostituibile nel panorama musicale, Golson è stato tra i più influenti artisti del movimento bebop e hard bop, ma è ricordato soprattutto per le sue straordinarie composizioni che hanno definito intere generazioni di musicisti jazz.

Una carriera straordinaria

Nato il 25 gennaio 1929 a Filadelfia, Benny Golson crebbe immerso in una vibrante scena musicale che includeva talenti del calibro di John Coltrane, Lee Morgan e i fratelli Heath. Il suo percorso iniziò negli anni ’50 suonando con artisti come Dizzy Gillespie e Lionel Hampton, ma è stato attraverso le sue composizioni che ha lasciato un segno indelebile. Alcuni dei suoi pezzi più famosi, come “I Remember Clifford”, scritto in memoria dell’amico trombettista Clifford Brown, e brani come “Whisper Not”, “Along Came Betty” e “Killer Joe”, sono diventati standard del jazz, reinterpretati da innumerevoli musicisti nel corso dei decenni.

Nel 1959, Golson co-fondò il Jazztet insieme al trombettista Art Farmer, uno dei gruppi più iconici del jazz di quegli anni. La sua abilità non solo come sassofonista ma anche come arrangiatore e compositore gli permise di lavorare con alcune delle più grandi orchestre del jazz e di scrivere musiche per film e serie televisive negli anni successivi.

Il contributo al jazz e alla cultura musicale

Golson è stato un pioniere del jazz moderno, non solo come strumentista ma soprattutto come autore di brani che combinavano una melodia memorabile con sofisticate armonie. La sua capacità di scrivere pezzi che catturavano tanto i musicisti quanto il pubblico lo rese unico nel suo genere. A differenza di molti suoi contemporanei, Golson è stato celebrato più per le sue composizioni che per le sue performance strumentali, una rarità nel mondo del jazz.

Dopo una pausa nella sua carriera da performer negli anni ’70, Golson tornò alla ribalta alla fine degli anni ’80, riprendendo a suonare e registrare con la sua storica band, il Jazztet. Ha continuato a girare il mondo, esibendosi fino a un’età avanzata, sempre con la stessa passione e dedizione che lo caratterizzavano fin dai primi giorni.

Il riconoscimento internazionale

Nel corso della sua lunga carriera, Golson ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il prestigioso NEA Jazz Masters Award nel 1996, il massimo onore conferito agli artisti jazz negli Stati Uniti. Ha insegnato nelle principali università musicali e le sue composizioni sono state parte del repertorio di molti ensemble jazz in tutto il mondo. La sua eredità musicale continuerà a ispirare generazioni di musicisti.

Un tributo a un gigante del jazz

La morte di Benny Golson segna la fine di un’epoca per il jazz, ma il suo contributo musicale continuerà a vivere attraverso le sue composizioni immortali e l’influenza che ha avuto su generazioni di artisti. Le sue opere non solo hanno definito un genere, ma hanno anche elevato il jazz a nuove altezze, fondendo l’arte della composizione con l’improvvisazione libera tipica del genere.

Benny Golson lascia un’eredità incalcolabile che continuerà a risuonare nelle sale da concerto, nei dischi e nei cuori di chiunque ami il jazz​.