Dodicilune 2025
- Should’ve Been
- Straight Ahead
- The Music Is The Magic
- And It’s Supposed To Be Love
- Bird Alone
- The World Is Falling Down
- Let Up
- Trow It Away
- You Gotta Pay The Band
- First Song
- Caged Bird
Lisa Manosperti, voce, megafono
Roberto Ottaviano, sassofono soprano e tenore
Umberto Petrin, pianoforte
Silvia Bolognesi, contrabbasso
Cristiano Calcagnile, batteria
Lisa Manosperti è una cantante pugliese votata al jazz, anche se non trascura le incursioni in altri generi musicali, come dimostra la sua partecipazione a “The voice senior” su Rai 1. “Uncaged Bird” è un sentito omaggio ad Abbey Lincoln (1930-2010), vocalist ed attrice afroamericana, famosa soprattutto per aver partecipato all’incisione di “We insist! Freedom now suite” (1960), disco politico, epocale, di Max Roach, suo compagno nella vita oltre che nell’arte. La Lincoln non si è fermata, però, qui. È stata attiva come band-leader e come autrice fino al nuovo millennio, firmando un’ottantina di pezzi, restando sempre in prima linea per l’emancipazione dei neri d’America e per le battaglie verso la conquista dei dei diritti civili.
La Manosperti ha pescato, in questo caso, dal repertorio della Lincoln, otto brani, aggiungendone altri due in cui la cantante è co-autrice, il primo con Mal Waldron, il secondo con Charlie Haden. Per realizzare l’album è stato riunito un quartetto di assoluta rilevanza. Al sassofono tenore e soprano compare, infatti, Roberto Ottaviano, già complice della Manosperti in altri progetti, recente vincitore del titolo di musicista dell’anno per il referendum TOP Jazz del mensile “Musica jazz”.
Il pianoforte è suonato da Umberto Petrin, una garanzia per cultura, sapienza jazzistica, e non solo. Completano il gruppo Silvia Bolognesi al contrabbasso e Cristiano Calcagnile alla batteria, due strumentisti “di bosco e di riviera”, come si suol dire, vista la loro versatilità e la loro inclinazione nei confronti della ricerca.
La leader barese non ha voluto stravolgere i temi scelti. Ne ha rispettato il carattere. Sono stati riadattati gli arrangiamenti, si è cambiata la base ritmica, in alcuni casi, con l’accelerazione del tempo o l’introduzione di scansioni rock, ma senza tradire lo specifico delle composizioni. La Manosperti, poi, va dentro alle pieghe dei testi, pronuncia le parole distintamente, calcando sui significati; dispiega la sua voce o la contiene, esprimendo, con toni sobri, ma affermativi, la passione o la sofferenza racchiuse nelle liriche di Abbey Lincoln. Roberto Ottaviano, da parte sua, manifesta un solismo enciclopedico, con accenti Coltraniani, in alcuni casi, ma rifacendosi, in un certo senso, anche ai maestri che hanno accompagnato la Lincoln nella sua carriera artistica, da Eric Dolphy a Steve Coleman. Umberto Petrin parte dal blues, retroterra comune del songboolk della Lincoln, per arrivare ad altri stili jazzistici, dando vita ad una armonizzazione sontuosa e fluida. La Bolognesi e Calcagnile drizzano le antenne, sono sul pezzo, insomma, per seguire le intuizioni, le esposizioni, degli altri partners, producendo un accompagnamento incisivo e coerente.
“Uncaged Bird”, in conclusione, è un cd prezioso perché è dedicato ad un personaggio fondamentale del jazz moderno impegnato socialmente, eseguito da un supergruppo capitanato da una cantante che incide album, meritoriamente, solo quando ha veramente qualcosa da dire. Per questo la sua discografia vanta, viste le premesse, relativamente pochi titoli e tutti con una loro precisa motivazione.