2024 – Clasijazz Records
- Beautitudes (Bobby Watson) – 6:34
- Quiet As It’s Kept (Bobby Watson) – 6:14
- Always A Friend (Bobby Watson) – 6:28
- Landmarks Lost (Bobby Watson) – 6:50
- The Love We Had Yesterday (Pamela Watson) – 5:54
- Nubian Breakdown (Bobby Watson) – 8:55
- E.T.A. (Bobby Watson) – 5:58
Bobby Watson – sassofono contralto
Duccio Bertini – direzione e arrangiamenti
Clasijazz Big Band Pro:
Sassofoni: Antonio González (sax contralto), Juan Pedro Berrocal (sax contralto), Enrique Oliver (sax tenore), Javier Ortì (sax tenore), Sergio Albacete (sax baritono)
Trombe: David Pastor, Pep Garau, Julián Sánchez, José Carlos Hernandez
Tromboni: Vicent Pérez, Tomeu Garsias, Miguel Moisés
Trombone basso: Pedro Pastor
Chitarra: Carlo Proto
Piano: Daahoud Salim
Contrabbasso: Bori Albero
Batteria: Alessandro Fabbri
Bobby Watson, tra le leggende del sax contralto, collabora con l’arrangiatore e direttore d’orchestra Duccio Bertini e la Clasijazz Big Band Pro per creare “In the Valparaíso Foundation”, un album che fonde molto bene composizioni jazz moderne e fresche con sofisticati e interessanti arrangiamenti orchestrali. Registrato dopo una residenza artistica presso la Fundación Valparaíso in Spagna, l’album è un omaggio alla lunga carriera di Watson e al suo indiscusso e sempre attuale contributo al panorama jazzistico mondiale.
Opening track affidata a “Beautitudes” e “Quiet As It’s Kept”, entrambi brani che mettono subito in rilievo la tecnica sopraffina e la classe di Watson. Gli arrangiamenti di Duccio Bertini, come detto, sono complessi e coinvolgenti, riescono a creare una struttura solida che permette ai solisti di esplorare e sperimentare evoluzioni all’interno delle armonie. La sinergia tra Watson e l’orchestra è palpabile, e la qualità delle esecuzioni è impeccabile. In “Always A Friend”, gli assoli di Daahoud Salim al pianoforte e David Pastor alla tromba aggiungono ulteriore profondità e dinamismo al pezzo, dimostrando la versatilità e la bravura dei musicisti coinvolti.
“Landmarks Lost” e “The Love We Had Yesterday” continuano a esplorare le capacità espressive del gruppo. “Landmarks Lost” offre un dialogo musicale tra Watson e Bori Albero al contrabbasso, con linee melodiche che si intrecciano armoniosamente con l’accompagnamento orchestrale. “The Love We Had Yesterday”, composto da Pamela Watson, include un gran bel solo assolo lirico di Bobby Watson che riesce a catturare l’essenza emotiva del brano. In “Nubian Breakdown”, gli assoli di Julián Sánchez alla tromba e Javier Ortì al sax tenore portano energia e vitalità, con un arrangiamento che enfatizza la complessità ritmica e armonica.
Il disco si chiude con “E.T.A.”, un brano che combina elementi di improvvisazione con una struttura orchestrale ben definita. All’immarcescibile sax del leader si affianca il tenore di Enrique Oliver per un finale energico ed autorevole. La performance dell’orchestra, guidata da Bertini, è davvero straordinaria, non solo per la perfetta sintonia tra i musicisti ma anche per la profonda comprensione della musica di Watson. In ogni brano si riesce a risaltare sia la tecnica che l’emozione celebrando la maestria artistica di Bobby Watson e la visione creativa di Duccio Bertini.