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Catania Jazz Christmas Marathon

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28-29 dicembre 2024
Centro Culturale Zo

Edizione numero diciassette per la kermesse organizzata da Catania Jazz, premiata da una foltissima presenza di pubblico. La scena jazzistica della Sicilia orientale, testimoniata da ben dieci gruppi alternatisi nel gradevole spazio del Centro Culturale Zo, mostra un ottimo stato di salute, che riguarda diverse generazioni di musicisti, dai più giovani a quelli di decennale esperienza.

Diverse le tendenze e le musiche ascoltate, che andavano da un jazz moderno di ispirazione hardbop, alla canzone jazz, a Coltrane, a musiche più avanzate, come racconteremo. Tutte comunque all’insegna di impegno, professionalità, maturità artistica.

Un hardbop ben eseguito quello del Bella brothers Quintet (Marco Bella-alto; Francesco Bella-tromba, Rosario Di Leo-pianoforte e piano elettrico, Carmelo Venuto-chitarra, Andrea Liotta-batteria), con il loro repertorio di standard soprattutto di Joe Henderson.

Inizia con una bruciante versione della coltraniana Impressions il quartetto del sassofonista Spartà, con al contrabbasso un nome di punta del jazz siciliano e non solo, Alberto Amato, protagonista di preziosi interventi solistici. Lo Straight Jazz Quartet (Gaetano Spartà-pianoforte e piano elettrico, Marco Caruso-alto e soprano, Alberto Amato-contrabbasso, Marcello Arrabito-batteria) , ben consolidato, ha eseguito brani del disco pubblicato nel 2017 (Voyage) e inediti che saranno incisi a breve nel prossimo disco della formazione, che ha eseguito anche composizioni originali del leader, gradevoli e stimolanti, all’insegna di un jazz modale di buona qualità, con una notevole carica ritmica nei brani veloci e lirica intensità nelle ballad.

Il Rosario Di Leo Trio (Di Leo-pianoforte e piano elettrico, Riccardo Grosso-contrabbasso, Marcello Arrabito-batteria), ha eseguito interessanti composizioni originali del disco del 2022 e altre nuove. Un trio affiatato, coeso, che fa risplendere le belle musiche, ricche melodicamente e armonicamente, con strutture ritmiche varie e cangianti anche all’interno dello stesso brano. Per bis una versione a tempo insolitamente lento di Giant Steps.

Cambio di atmosfere con il Francesco Cusa Trio (Cusa-batteria, Tonino Miano-pianoforte e synth, Riccardo Grosso-contrabbasso). Il Cusa trio, uno dei progetti più interessanti del jazz italiano odierno, vede la ben nota fantasia percussiva di Cusa interagire con il pianoforte ieratico e delicato e con il synth di Miano, intorno al solido sostegno di Grosso. Le composizioni di Cusa spaziano da atmosfere vaghe e misteriose a swinganti excursus boppistici debitamente attualizzati – dagli esilaranti titoli come Conspirology, Anthropophagy, Rheumatology – ad atmosfere inquietanti, deliberatamente antinatalizie, a giochi ritmici di grande suggestione. Un trio evanescente e misterioso, intrigante e lunare, versato nell’improvvisazione radicale.

La prima delle due voci femminili in campo è stata quella del Giovanna Magro col suo Quartet (Carlo Alberto Proto-chitarra, Angelo Cultreri-organo, Andrea Liotta-batteria). Repertorio di delicate songs, gruppo swingante con ruolo di primo piano per l’organista. La cantante nonostante la giovane età ha mostrato buona estensione, una certa padronanza dello scat e una buona dimestichezza sia con i brani veloci sia con le ballad e il vocalese.

Il Carmelo Venuto Quartet (Venuto-chitarra, Rosario Di Leo-pianoforte, Riccardo Grosso-contrabbasso, Peppe Tringali-batteria) è un gruppo efficace e “agguerrito“, che lascia ampio spazio all’improvvisazione. Impostazione bop, molto swing, stile chitarristico aperto e fresco nel solco della tradizione ma con belle aperture all’attuale, fra standard e brani originali.

Il Fabio Tiralongo Quartet (Tiralongo-tenore, soprano, Carlo Alberto Proto-chitarra, Riccardo Grosso-contrabbasso, Alessandro Borgia-batteria) propone un repertorio di composizioni originali del leader, di taglio piuttosto moderno. Tiralongo al tenore ha un bel suono corposo e un fraseggio convincente, nel solco della migliore tradizione dello strumento. Sfoggia una sonorità particolarmente convincente nei brani lenti, scura e suggestiva, quasi da film noir e al soprano mostra un timbro altrettanto valido. Il gruppo si rivela ben “spinto” grazie all’efficacia della sezione ritmica.

Cristiano Giardini, anche coorganizzatore della rassegna, direttore della Catania Contemporary Orchestra, insieme al Quartet (Giardini-tenore; Francesco Longo-tenore, Franzini-pianoforte, Carmelo Venuto-contrabbasso, Ruggero Rotolo-batteria) e l’sopite milanese Michele Franzini  esegue un convinto e sentito omaggio alla musica di Wayne Shorter.

Il trio del giovane interessante pianista Raffaele Genovese, con Santi Romano al basso elettrico ed Emanuele Primavera alla batteria, uno dei batteristi siciliani più validi, esegue un repertorio di belle composizioni originali sapide e godibili, tratte dal recente disco.

A concludere la maratona, l’altra voce in programma, Giulia La Rosa con il suo quartetto (Andrea Beneventano-piano, Luigi Scaccianoce-contrabbasso, Giuseppe Tringali-batteria). Un gruppo di veterani del jazz siciliano, all’insegna della classicità, con standard noti eseguiti con estrema professionalità, con il pianoforte di Beneventano a condurre il gioco e la forte personalità della cantante in primo piano. Tra i brani eseguiti, anche una singolare versione di Nature Boy con la leader al cajon, accompagnata solo dal batterista. Richiestissimi bis tra Carla Bley e Tom Waits.

Visto il successo della manifestazione, è stata annunciata una prossima maratona da realizzarsi nei prossimi mesi.