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Edoardo Liberati (Turning Point)

78
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2024 –  Wow Records

  1. Dear Jane – 4:56
  2. Porcelain – 6:07
  3. One For Uncle John – 5:36
  4. Apnea – 5:02
  5. Turning Point – 4:51
  6. Another Story – 5:56
  7. Stardust – 5:36
  8. Small House – 3:47
  9. Round Town – 6:46

Edoardo Liberati – chitarra
Dario Piccioni – contrabbasso
Riccardo Marchese – batteria

“Turning Point”, pubblicato nel 2024 dalla Wow Records, è il secondo album del chitarrista e compositore romano Edoardo Liberati, che si distingue per la sua abilità nel fondere jazz tradizionale e contemporaneo. Accompagnato da Dario Piccioni al contrabbasso e Riccardo Marchese alla batteria, Liberati esplora una vasta gamma di influenze musicali, dal rock alla musica classica, creando un suono unico e riconoscibile.

L’album si apre con “Dear Jane”, un pezzo che introduce immediatamente l’ascoltatore alle capacità tecniche di Liberati e all’interplay raffinato del trio. La chitarra acustica offre una melodia lineare e iterativa, mentre il contrabbasso di Piccioni alterna linee di supporto e assoli delicati. La trasformazione di “Porcelain” dei Red Hot Chili Peppers in una jazz ballad che possiamo definire “asimmetrica”, mostra l’abilità del trio nell’immergersi in una rielaborazione jazzistica ben distante dall’originale, sia ritmicamente che armonicamente, riuscendo comunque a mantenere l’essenza melodica del noto gruppo statunitense.

Brani come “One For Uncle John” e “Round Town” spingono il trio verso territori più energici, con influenze rock evidenti. L’omaggio a John Scofield in “One For Uncle John” presenta una chitarra molto presente con autorevolezza, mentre “Round Town” si distingue per i break esuberanti di Marchese alla batteria. “Apnea” e “Another Story” offrono invece un’esplorazione più astratta, dove la libertà interpretativa e improvvisativa pone ogni elemento del trio dinanzi ad un percorso da costruire ed evolvere, impostando tessiture timbriche complesse e un uso sapiente del crescendo d’insieme. Si ottengono così atmosfere che catturano e conducono l’ascolto in territori nei quali immergersi e lasciarsi trasportare.

La title track “Turning Point” è una ballad che mette in luce la capacità di Liberati di costruire un universo sonoro ricco a partire da una melodia di presa immediata. “Small House” rivela l’influenza di Julian Lage con le sue atmosfere sommesse e la chitarra acustica che si destreggia col contrabbasso di Piccioni lasciato, a sua volta, libero di emergere come voce solista. Mentre “Stardust”, una cover di Hoagy Carmichael ispirata a George Benson, dimostra l’eleganza esecutiva di Liberati, sensibilità e abilità tecnica si sposano al meglio.

“Turning Point” è un album che riflette una ricerca continua pescando nell’immenso catalogo della tradizione ma avendo una chiara visione del contemporaneo nel quale porsi da protagonista. Ogni brano rappresenta una scoperta delle capacità del chitarrista romano ma, soprattutto, di una versatilità che rende l’ascolto decisamente piacevole, ricco e gratificante, grazie anche alla scelta di melodie percettibili su armonie complesse, oltre ad un interplay del trio sempre di ottimo livello.