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Ferdinando Argenti (pianoforte)

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Ferdinando Alessio Argenti, pianista, tastierista, cantante, compositore, arrangiatore residente a Boston, è nato a Pisa nel 1954.

All’età di 7 anni, questo poliedrico artista comincia lo studio del piano fino all’età del liceo. Durante tale periodo ha maturato esperienza suonando in gruppi rock e GB, vincendo anche manifestazioni musicali e apparendo in televisione. Ha continuato questa attività anche durante la frequenza della facoltà di lingue all’Università di Pisa.

A 20 anni, Ferdinando ha cominciato a lavorare come musicista professionista a tempo pieno, effettuando tour nella maggior parte d’Europa per 10 anni come pianista, tastierista, cantante e arrangiatore di piccoli gruppi in clubs, hotels, e navi da crociera.
Durante questo periodo ha sviluppato un più completo apprendimento del jazz e della fusion tanto da desiderare di imparare di più direttamente dalla “sorgente”.

Così, nel 1984, ha lasciato l’Europa per andare negli Stati Uniti, dove ha studiato piano con Ray Santisi e si è diplomato con il massimo dei voti e la lode presso il Berklee College of Music di Boston.
Durante questo periodo, Argenti è spesso tornato in Italia per suonare in molti concerti jazz sia con musicisti italiani che americani tra cui si ricordano: Chet Baker, Lee Konitz e Kenny Wheeler.

Inoltre ha suonato con: Charles Davis (ex Count Basie big band), Gray Sargent (adesso con Tony Bennett), Jeff Stout (ex di Buddy Rich, Mel Torme), Greg Hopkins (ex di Buddy Rich, Woody Herman e Frank Sinatra), Tony Lada (ex di Woody Herman e Buddy Rich), Matteo Garrison (prima con Gary Burton, adesso con Joe Zawinul), Martin Ditcham (ora percussionista con Sade), Clive Chaman (ex di Jeff Beck, Rainbow, Brian Auger, Ramsey Lewis, Bernard Purdie), Jeff Ballard (batterista di Chick Corea), Pierre Cavalli (chitarrista che ha suonato con Bud Powell, Pierre Michelot, Cannonball Adderley, Stephane Grappelli, Kenny Clarke deceduto nell’84), Massimo Urbani, Paolo Fresu, Gianni Basso, Flavio Boltro, Nicola Stilo, Marcello Rosa, Nicola Arigliano, Irio De Paula, Maurizio Gianmarco, Stefano Cantini, Gigi Cifarelli, Fulvio Sisti, Alessandro Di Puccio, Alessandro Fabbri, Marco Volpe, Walter Paoli, Steve Grossman, Marco Micheli, Lello Pareti, Nicola Vernuccio, Fabio Morgera, Stefania Rava, Eddy Palermo, Giampaolo Ascolese, Furio di Castri e Aldo Romano.

Lo stile improvvisativo e il sound jazz del piano di Ferdinando Argenti sono un misto del be-bop di Charlie Parker, del bop e dello swing di Oscar Peterson, l’approccio lirico di Bill Evans e Chet Baker, e alcune innovazioni armoniche e ritmiche di Herbie Hancock e Chick Corea.

Il sensibile fraseggio vocale e la dizione di Argenti possono essere principalmente attribuiti alla sua ammirazione per Frank Sinatra e Chet Baker.
Dopo un periodo di impegni musicali che lo portarono di nuovo a viaggiare – questa volta in posti diversi come il Giappone, la Scandinavia, i Caraibi e la Russia – nel 1994 Ferdinando si sposa negli USA e si stabilisce nel New England.
Qui ha avuto tutte le più diverse esperienze musicali come artista da solo, raffinato accompagnatore, membro attivo di molti piccoli gruppi e di Big Bands tra cui la Artie Shaw Big Band diretta da Dick Johnson.

Attraverso queste svariate forme di spettacolo in clubs e concerti, l’ultimo obiettivo di Argenti è stato a lungo quello di dirigere un proprio gruppo che suoni le sue composizioni e arrangiamenti.
Ciò è ora una realtà con la pubblicazione del suo compact disc intitolato ARGENTI, che non è solo il suo nome, ma è anche il nome del suo gruppo e della sua musica.
Il CD “ARGENTI” contiene un’accattivante e ben miscelata collezione di composizioni di Ferdinando e di suoi arrangiamenti di standard americani e italiani.

FERDINANDO ARGENTI, piano, keyboards, vocals
TODD BAKER, acoustic bass
RAETUS FLISCH, acoustic bass
LIONEL GIRARDEAU, electric bass
FERNANDO HUERGO, electric bass
BOB SAVINE
, drums
STEVE LANGONE, drums
JORGE ROSSY, drums
STEVE HASS, drums
RENATO THOMS, percussion
ROBERTO CASSAN, accordion
PHIL PERSON, trumpet
MIKE PEIPMAN, trumpet & flugelhorn
TIM MC CALL , tenor & alto sax
BOB PATTON , flute and alto sax
AL CRON , trombone
JEFF GALINDO , trombone

NOTE
Tutti gli arrangiamenti sono di Ferdinando Argenti.
Ferdinando usa un grand piano Steinway, un expander Kurzweil suonato attraverso un Roland Super JX – 10, e un sintetizzatore monofonico Arp Pro – Soloist.
Registrato e mixato da Bob Patton al Thin Ice Productions, North Andover, MA, tranne “You don’t know what love is”, registrata e mixata da Joe Cuneo al Downtown Recorders, Boston, MA.
Masterizzato da Mark Sarsfield al Frankford Wayne Mastering Labs inc ., New York, NY.
Prodotto da Ferdinando Argenti.
Assistenza alla produzione: Bob Patton
Copertina anteriore ideata da Ferdinando Argenti – realizzata al   Boston Photo Imaging, Boston, MA.

DEDICHE E RINGRAZIAMENTI
Questo lavoro è dedicato alla memoria di mia zia Luigia Argenti, i miei nonni Ferdinando e Raffaella Argenti, Alessio e Artimina “Tegle” Capocchi, e la mia amica Wanda Guillaume. Vivono ancora nello spirito della mia musica.

“Song for Suzanne” è per mia moglie, che mi ha incoraggiato a realizzare questo progetto. Grazie!
“In cerca di te”, uno standard italiano dell’Era Swing, è per mio padre Giampaolo, che mi sedette dinanzi ad un piano quando ero un bambino. Grazie, babbo.
“La piu’ bella del mondo” è per mia madre Anita: senza di lei, non sarei qui! Grazie infinite…
“Pisa Nova” è per il mio vecchio buon amico Paolo Barabotti, che ha per primo suonato la batteria dietro al mio piano. Ricordo ancora come un semplice battito del tempo appariva grande alle mie vergini orecchie!
“Ferdi’s mood” è per me stesso e per mio fratello Franco, che suona anche la batteria e conosce come può essere “moody” Argenti!

Sono grato a tutti gli ottimi musicisti professionisti che hanno contribuito con gusto alla realizzazione di questo CD e a tutti i grandi che mi hanno dato l’ispirazione dal jazz e da altre forme dell’arte della musica.

In ultimo, ma indubbiamente non ultimo, ringrazio l’Universo per rendere quella speciale scintilla divina disponibile a quei grandi e consentire che qualcuna di esse si rifletta su di noi.
Ferdinando Argenti


Enrico Rosa – guitar
Ferdinando Argenti – piano
(Eva Rosa – alto recorder)

Questa produzione è dedicata alla vecchia amicizia e alla gioia di suonare insieme che unisce le storie di due musicisti italiani.

Due italiani provenienti entrambi dalla Toscana, riuniti a Boston nell’ottobre 2002 – dopo 25 anni – per registrare finalmente insieme uno sbalorditivo CD di jazz in duo. Si tratta di Ferdinando Argenti, un raffinato e brillante pianista che vive nel New England (USA), ed Enrico Rosa, un grande virtuoso della chitarra che vive in Danimarca.
Il CD si intitola “To the old friendship” e contiene sei brani, tutti originali composti, arrangiati ed eseguiti da Enrico e Ferdinando. Sulla traccia 2 Eva Rosa, moglie di Enrico, si unisce brevemente loro per registrare due bellissime melodie. I titoli delle sei tracce seguono la storia dei due amici che hanno avuto simili percorsi musicali e sogni – separati da terre e oceani – tali da esprimerli alla fine insieme in questo ispirato unico pomeriggio in cui c’è stata la registrazione in presa diretta.

Il primo brano, Sqwaqwaz (un soprannome con cui erano soliti chiamarsi) – è un blues minore su un groove funky, molto simile a quelli che erano soliti suonare nel 1977, suonando insieme per la prima volta: musica piena di energia e con nessun secondo fine. La seconda traccia, Copenhagen, ci riporta a quando si sono incontrati nuovamente in Danimarca, nel 1981; da allora sono stati sempre più coinvolti nel jazz e ad entrambi piaceva creare atmosfere speciali, come questa in particolare, ispirata dalla città di Copenhagen.

Il terzo brano, Mondiale, mostra un modo per esplorare la musica con un tipo di approccio più “globale” che entrambi cercavano di trovare negli anni ’80; qui Eva suona il primo tema in modo molto lirico sull’alto, mentre Enrico crea piacevoli contrasti con la sua tessitura di armonici; poi Ferdinando subentra con un bell’interludio da solo, e dopo il secondo tema esposto da Enrico, i due amici continuano, portando il brano attraverso un bel fraseggio jazz e un finale funky vigoroso.

Three minutes blues, è un blues modale dei primi anni ’80, improvvisando, come un blues dovrebbe essere. Il poli-ritmico Dubbio è stato composto nel 1981, quando i due amici volevano produrre la loro musica in Danimarca, ma è accaduto che la vita, più di venti anni dopo, ha dato loro questa opportunità a Boston, nel Massachusetts; ciò ci conduce alla composizione finale di questa registrazione, appunto, Boston; il brano è stato scritto sulla via per gli Stati Uniti e parla da solo (anche in questo brano vi è la partecipazione di Eva Rosa).


LOOK FOR THE SILVER LINING
Ferdinando Argenti trio con Kenwood Dennard & Ron Mahdi
trio con Todd Baker & Bob Savine

LINER NOTES di LARRY CORYELL:

The Ferdie Argenti CD with two trios “Look for the silver lining” is a masterpiece of jazz playing and singing. I can’t remember when I heard a pianist who could sing that great and play his tail off at the same time.
Ferdie and I first worked together in 2010 on a project with our friend, guitarist-composer-singer Bob Wolfman and I enjoyed his musical contribution on that project to the max . . . this dude can burn with the best of them.
They say that Jazz is an African-American music, and I agree.
But I also say that anybody, any one, who understands what jazz is about can play it. Ferdie is Italian, of course, and in a way, being Italian, with that culture’s deep understanding and exposition of art and music, he fits right in with the classic piano greats like Wynton Kelly, Cedar Walton, Bud Powell, and of course, Chick Corea.
Here he does two different versions of Chick’s “Friends” and they’re fantastic, because one is acoustic piano and instrumental (without voice) and the other is electric piano with voice, with Italian lyrics. Not so sotto voce, eh?
What Ferdie can do that nobody else does (to the extent that he does it) is sing his heart out, and then play his heart out–his vocal and instrumental expressions are equally strong. It’s not like he’s trying to get a gig at the local Holiday Inn lounge, no!–he belongs in the concert hall!
With his great sidemen, he tears into standards that many of us are famiiar with, like “Softly As in a Morning Sunrise”.
Ferdie gives that oft-played evergreen a fresh treatment–arranging with different syncopation, and throwing in some never-before-used substitute chords. He leads his trio to a new level of genuine “swingin'” . . . they swing and they swing hard!
But it’s Ferdie’s originals that really caught my ear; I think the “Walk” and “Soul Hero” are destined to become jazz standards–listen to all those chords Ferdie composed for “Soul Hero”–that’s harmonic movement at its best, and the
way Ferdie improvises is, as Chick would say, “spot on”, i.e. he elucidates his spontaneous ideas with fire and freshness, coupled with an impeccable time-feeling. For Ferdie, “time” is definitely not just a magazine.
What really killed me was Kenwood Dennard’s brilliant twelvebar drum breaks in “The Walk”– to really get the full gist of what Woody’s doing, you have to listen several times–first, listen to the feet, then listen to the ambidextrous arms, then listen one more time to all those elements together to assimilate the full brunt of the distinguished Berklee professor’s ingenious technique. Unsurpassed!
But the most emotional and soulful composition from Ferdie on this brilliant date is “Pitero”, a paean to his Grandfather.
This is a beautiful song in its own right, and the sincerity with which Ferdie delivers (in English, mind you) this heartfelt and personal message is, well, peerless, to say the least.
It’s amazing what talented jazz cats can do these days with the basic elements of the music–rhythm, harmony, the melodies and countermelodies; their collective melange become art, and the art becomes magic and is magical.
Jazz recording is and always will be, a permanent document of a particular performing-moment in time. This is what makes it so new, all over again, and again. Ferdinando Argenti has captured a series of spontaneous moments with some likeminded and sympathetic colleagues, and then some.
Historically, like Chick did all those years ago with “Now He Sings, Now He Sobs”, Ferdie has transformed the multifaceted potential of the piano trio into an artful revelation never heard before. Molto bene, Ferdie and colleagues,
grazie mille!
Larry Coryell

 

Il CD di Ferdie Argenti con due trii, “Look for the silver lining”, è un capolavoro di jazz, sia nel suonare che nel cantare. Non ricordo l’ultima volta che ho ascoltato un pianista capace di cantare così bene e di suonare con una tale maestria allo stesso tempo.
Io e Ferdie abbiamo collaborato per la prima volta nel 2010 a un progetto con il nostro amico, il chitarrista-compositore-cantante Bob Wolfman, e ho apprezzato al massimo il suo contributo musicale a quel progetto… questo tipo sa davvero bruciare il palco con i migliori.
Si dice che il jazz sia una musica afroamericana, e sono d’accordo. Ma aggiungo anche che chiunque, chiunque davvero, comprenda il senso del jazz può suonarlo. Ferdie è italiano, naturalmente, e in un certo senso, essendo italiano, con quella cultura che comprende profondamente e celebra l’arte e la musica, si inserisce perfettamente tra i grandi classici del pianoforte come Wynton Kelly, Cedar Walton, Bud Powell e, ovviamente, Chick Corea.
In questo album, Ferdie esegue due versioni diverse di Friends di Chick Corea, ed entrambe sono fantastiche: una al pianoforte acustico strumentale (senza voce) e l’altra al pianoforte elettrico con voce e testi in italiano. Non proprio sotto voce, eh?
Ciò che Ferdie fa in modo unico, e che nessun altro riesce a fare allo stesso livello, è cantare con il cuore e poi suonare con il cuore. Le sue espressioni vocali e strumentali sono ugualmente potenti. Non è come se stesse cercando di ottenere un ingaggio al lounge di un Holiday Inn locale, no! Lui appartiene a una sala da concerto!
Con i suoi eccellenti collaboratori, affronta standard che molti di noi conoscono, come Softly As in a Morning Sunrise. Ferdie dà a questo classico, suonato spesso, un trattamento fresco: arrangiamenti con sincope diversa e nuovi accordi sostitutivi mai usati prima. Guida il suo trio a un nuovo livello di vero swing… e swingano, e swingano forte!
Ma sono le composizioni originali di Ferdie che mi hanno davvero colpito; penso che The Walk e Soul Hero siano destinate a diventare standard jazz. Ascoltate tutti quegli accordi che Ferdie ha composto per Soul Hero: è movimento armonico al suo meglio, e il modo in cui Ferdie improvvisa è, come direbbe Chick, spot on (cioè, precisa e impeccabile), elaborando le sue idee spontanee con energia, freschezza e un senso del tempo impeccabile. Per Ferdie, il “tempo” non è certo solo una rivista.
Quello che mi ha davvero lasciato a bocca aperta sono state le brillanti pause di dodici battute di Kenwood Dennard nella batteria in The Walk. Per cogliere appieno quello che Woody sta facendo, bisogna ascoltare più volte: prima, ascolta i piedi, poi le braccia ambidestre, e infine ascolta tutto insieme per assimilare l’ingegnosa tecnica di questo illustre professore del Berklee. Inarrivabile!
Ma la composizione più emozionante e piena di anima di Ferdie in questa brillante produzione è Pitero, un omaggio a suo nonno. È una canzone bellissima di per sé, e la sincerità con cui Ferdie trasmette (in inglese, peraltro) questo messaggio personale e sentito è, beh, senza pari, per usare un eufemismo.
È incredibile ciò che i talentuosi musicisti jazz riescono a fare oggi con gli elementi base della musica: ritmo, armonia, melodie e contro-melodie; il loro melange collettivo diventa arte, e l’arte diventa magia, ed è magica.
La registrazione jazz è, e sempre sarà, un documento permanente di un particolare momento performativo nel tempo. Questo è ciò che la rende sempre nuova, ogni volta. Ferdinando Argenti ha catturato una serie di momenti spontanei con alcuni colleghi affini e simpatici, e molto di più.
Storicamente, come fece Chick Corea anni fa con Now He Sings, Now He Sobs, Ferdie ha trasformato il potenziale multifaccettato del trio pianistico in una rivelazione artistica mai sentita prima. Molto bene, Ferdie e colleghi, grazie mille!

Larry Coryell



LIVE AT THE SAHARA

Ferdinando Argenti Trio, live, con Marshall Wood e Marcello Pellitteri



BOSTON GIG

Quartetto con Enrico Rosa, Dave Clark , Jim Lattini

Per contatti e informazioni:
Ferdinando Argenti
Cell 3331394497
Via San Giovanni Bosco 37
Facebook: https://www.facebook.com/ferdismusic/
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YouTube Channel: https://www.youtube.com/@ferdinandoargenti1921