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Franco Maresco, Io e il Jazz. Jass, ovvero, quando il jazz parlava siciliano.

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Al Brass Group la Rassegna dedicata al jazz dal regista ospite a RAI3 per la trasmissione Report

Martedì 14 gennaio, ore 21:15 – Jass, ovvero, quando il jazz parlava siciliano.

La straordinaria storia dei musicisti siculo americani da Nick La Rocca a Frank Sinatra, da Joe Pass a Joe Lovano.

Dopo il sold out degli abbonamenti, disponibili i biglietti dei singoli appuntamenti al botteghino.

La Fondazione Orchestra Jazz Siciliana continua la rassegna Io e il Jazz al Real Teatro Santa Cecilia di cui Franco Maresco, su invito del presidente del Brass Group Ignazio Garsia, cura la direzione artistica. Appuntamento il 14 gennaio alle ore 21.15 con l’incontro dal tema Jass, ovvero, quando il jazz parlava siciliano. La straordinaria storia dei musicisti siculo americani da Nick La Rocca a Frank Sinatra, da Joe Pass a Joe Lovano.

Una grande passione di Maresco, quella per il jazz, nata alla metà degli anni ‘70 proprio durante i concerti al Brass Group, prima allo scantinato di Via Duca della Verdura e in seguito a Palazzo Butera, attualmente sede di un prestigioso museo internazionale, e poi ancora al Teatro Golden. Ed è lo stesso regista a parlarci di questa sua iniziativa che comprende 11 incontri tra musica, cinema, televisione (“e altre divagazioni”, recita il sottotitolo).

Nel confermare che il numero degli abbonamenti è da tempo esaurito, al fine di assicurare al pubblico la possibilità di partecipare agli eventi in calendario, la Fondazione ha riservato un certo numero di biglietti che disponibili direttamente al botteghino la sera stessa degli eventi.

Maresco, che ha alle spalle un gran numero di riconoscimenti come regista (un David di Donatello per Belluscone – Una storia siciliana e un premio speciale della critica alla Mostra di Venezia per La Mafia non è più quella di una volta, il film interpretato dalla grande fotografa Letizia Battaglia), ospite domenica 12 gennaio a RAI 3 durante la trasmissione televisiva Report.

Sull’incontro in programma ne parla direttamente il Maestro Maresco: tra gli incontri in programma c’è quello intitolato “Jass, ovvero, quando il jazz parlava siciliano”, una storia dei musicisti siculo americani, da Nick La Rocca a Frank Sinatra, da Joe Pass a Joe Lovano.

Questa è stata un’altra scoperta avvenuta quando ero giovane. E cioè quanto gli italiani, e in modo particolare i meridionali e i siciliani, siano stati importantissimi nella storia del jazz. Nell’America di fine Ottocento, i siciliani, e in genere i meridionali, erano fortemente discriminati. Dunque, da un lato c’erano i neri e dall’altra i siciliani, affratellati dalla stessa emarginazione sociale. I siciliani provenivano dall’Italia post-unitaria, quando a sud si moriva letteralmente di fame. Emigrare fu una necessità, e per molti la musica divenne un’occasione di espressione e di riscatto. Molti cambiarono il loro nome, per esempio George Wallington, grande pianista bebop, che non era altri che il palermitano Giacinto Figlia. Oppure Frankie Lane, un cantante che tenne testa a Frank Sinatra, popolarissimo negli anni quaranta e cinquanta. Il suo vero nome era Francesco Lo Piccolo e veniva da Monreale. E poi ancora Nick La Rocca, Peter Rugolo, Sam Butera insieme a tanti altri. Lovano è di origine siciliana come, del resto, Martin Scorsese. O, per restare nel campo musicale, come Lady Gaga e Frank Zappa. Ho fatto uno spettacolo insieme a Claudia Uzzo che raccontava proprio la storia dei musicisti oriundi siciliani che hanno scritto pagine memorabili della musica del Novecento in America. E in questa rassegna ripropongo una serata con tre musicisti straordinari come Salvatore Bonafede, Alessandro Presti e Nicola Giammarinaro. Sarà un’occasione per conoscere un lato meno conosciuto della storia del jazz”.

Maresco e Garsia, due grandi che hanno dedicato la vita alla cultura in simbiosi con il jazz. Ha mai pensato di realizzare un film con una big band? E il Brass Group quanto ha avuto peso nell’ ispirazione dei suoi film?

I primi musicisti jazz li ho incontrati in carne ed ossa al Brass. Prima li vedevo solo in televisione, come un evento, visto che l’epoca internettiana era lontana. Vederli dal vivo fu esaltante. Assistevo alle performance di Ignazio Garsia che suonava o a volte accompagnava gli ospiti. Mi piaceva come suonava, il suo tocco swing. Cominciai a fare programmi a Radio Palermo Centrale. La mia era una rubrica di jazz, facevo interviste ai protagonisti delle stagioni del Brass e poi le mandavo in onda. Col Brass continuai ad avere rapporti anche quando cominciai a lavorare in televisione. In coppia con Ciprì, dal 1986, collaboravamo con TVM. A quel tempo era più costoso realizzare cortometraggi e allora proponemmo uno scambio a quell’emittente: loro ci mettevano loro a disposizione sofisticate attrezzature e noi realizzavamo dei programmi. Si trattava di contenitori come “Interno Notte”, che conducevo insieme a Umberto Cantone, una sorta di “Fuori orario” di Ghezzi tutto palermitano. Oppure “Jazz, Blues ed altro”, in cui io presentavo dei corti di jazz americani all’epoca dello swing. Spesso costruivo un discorso quanto più possibile organico intorno a questi documenti con grandi artisti come Hank Jones e Benny Golson. Facevamo delle vere e proprie puntate speciali col Brass, qualche volta riprendendo pure la Big Band. Una delle serate che riprendemmo fu quella del 1994, quando la Big Band fu diretta da Clark Terry, colui che era stato, negli anni ’50, un pilastro fondamentale dell’orchestra di Ellington. E non mancammo nemmeno quando arrivò Günter Schuller, uno dei personaggi fondamentali nella storia del jazz, pensiamo solo ai dischi fatti con Miles Davis e con Gil Evans. Venne a Palermo per dirigere “Porgy and Bess” versione Evans – Davis.  Con lui, tra gli altri, c’era Paolo Fresu alla tromba e rimanemmo diversi giorni a raccontare con le immagini quell’evento. Documentammo pure i suoi seminari. Questo e tanto altro del passato mi lega a Ignazio Garsia. Il Brass Group ci ha fatto conoscere i grandi che arrivavano qui, indimenticabili maestri come Oscar Peterson e Ray Brown. Per questo mi fa piacere tornare a collaborare al Brass, perché è come tornare a casa. E’ un’oasi nel deserto presente di una Palermo ormai imbarbarita, di un mondo finito. Non ci rimane che il passato da celebrare. Una celebrazione che un giovane, se vuole, può cogliere, con pazienza e  dedizione”.


Programma della Rassegna “Io e il Jazz”

Martedì 14 gennaio, ore 21:00
Jass, ovvero, quando il jazz parlava siciliano
La straordinaria storia dei musicisti siculo americani da Nick La Rocca a Frank Sinatra, da Joe Pass a Joe Lovano.

Martedì 28 gennaio, ore 21:00
Dr. BLOB, ovvero: Come imparammo ad amare il jazz guardando i cartoni animati
La serie di Blob Cartoon (Rai3) raccontata da Marco Giusti e Franco Maresco

Martedì 11 febbraio, ore 21:00
Il Jazz più comico del mondo
La musica (e il jazz) secondo Franco Maresco, da Cinico Tv a La mafia non è più quella di una volta. Con Emiliano Morreale.

Martedì 26 Febbraio, ore 21:00
Ma la storia (del jazz) è veramente finita?
Visioni e previsioni di una tradizione musicale nell’epoca dell’intelligenza artificiale.
Conversazione con Stefano Zenni.

Martedì 11 marzo, ore 21:00
Il jazz visto dalla luna A 70 anni dalla morte.
Franco Maresco racconta Charlie Parker con scritti inediti di Tony Scott, immagini e testimonianze rare. Umberto Cantone (voce recitante).

Martedì 25 marzo, ore 21:00
A qualcuno piace FRED
L’America a volo d’angelo nei musical di Fred Astaire.

Martedì 15 aprile, ore 21:00
Stanley in jazz
Alcune delle più celebri sequenze dei film di Kubrick rimusicate in chiave jazz.
Letture di Umberto Cantone.

Martedì 29 aprile, ore 21
Non è mai troppo jazz
Il jazz in Italia visto dalla televisione.
A cura della redazione di Fuori Orario, lo storico programma di Rai3 inventato da Enrico Ghezzi. Con Fulvio Baglivi.