In questo secondo appuntamento dedicato ai fratelli Gershwin, analizziamo aspetti tecnici relativi allo sviluppo delle nuove tecnologie legate alla musica, avvenuti tra le fine del 1800 e l’inizio del secolo successivo, fattori in grado di determinare cambiamenti epocali circa la trasmissione della musica e soprattutto in grado di mutare e orientare fortemente il gusto del pubblico.
Indaghiamo inoltre nella vita del giovane George Gershwin, e nel panorama sonoro e antropologico della New York di inizio ‘900, sino ad arrivare ad esaminare una parte della sterminata produzione dei fratelli George e Ira, relativa alla scrittura per Musical.
LA TIN PAN ALLEY
Il nome Tin Pan Alley, viene spesso citato nelle cronache e nelle storie del jazz, quasi come un episodio secondario, al quale si da poca importanza, invece questo particolare aspetto dell’industria musicale americana radicato nella città di New York, è importante per capire aspetti sociali, antropologici e culturali, relativi ai modi nei quali la musica circolava e veniva distribuita più di 100 anni fa, agli albori della commercializzazione dei primi 78 giri.
DAGLI SPARTITI AL 78 GIRI
La circolazione della musica così come la intendiamo oggi mosse i suoi primi passi a cominciare dall’invenzione di Emile Berliner, che nel 1887, brevettò un sistema di successo per la registrazione e la riproduzione del suono, rendendo il suo “disco fonografico” un supporto più performante e diffuso rispetto ai cilindri fabbricati da Edison, via via soppiantati da quella nuova tecnologia.
Successivamente Berliner fondò la “The Gramophone Company” per produrre in serie sia i suoi dischi sonori, che i loro ricercatissimi riproduttori, i grammofoni, che ebbero un impatto significativo sulla musica e sull’industria dell’intrattenimento, rendendo la musica registrata accessibile a un pubblico molto più ampio, e costituendo lo standard di riproduzione audio sino alla fine degli anni ’40.
George Gershwin, si trovò con il suo lavoro a fare da ponte tra un’industria che basava la trasmissione della musica essenzialmente sulla vendita degli spartiti, ad un mondo che di lì a poco sarebbe stato dominato dai mass media e dalla riproduzione fonomeccanica.
Si passò nel giro di poco tempo, dalla carta di cui erano e sono fatti gli spartiti, al vetro, e alle anime di metallo rivestite di cera, con cui erano realizzati i dischi a 78 giri, i supporti “moderni” dell’epoca.
Si passò dalla trasmissione umana, che avveniva attraverso un esecutore dimostratore, come era il giovane George Gershwin, che per 15 dollari alla settimana, faceva il “song plugger”, cioè eseguiva a prima vista, per i clienti, i nuovi motivi editati dalla Jerome H. Remick and Co., una delle tante società musicali di New York, specializzata nella stampa e nella distribuzione degli spartiti, a una fruizione della musica che veniva composta, registrata, trasmessa, stampata e distribuita ad una platea sconfinata, raggiunta dai nuovi supporti e dai nuovi mezzi di comunicazione di massa.
La maggior parte delle società editrici di New York, aprì una sede sulla quattordicesima strada, alla fine dell’800 nei pressi di Union Square, tra le società editrici più importanti vanno almeno citate: H. Witmark & Sons – la T.B. Harms & Co., la Hawley, Haviland & Co., la Joseph W. Stern & Co., molte di esse proponevano per lo più brani sentimentali e canzonette brillanti e comiche, ma successivamente dedicarono la loro attenzione anche al ragtime, al blues e al jazz.
Negli anni 10 e nel decennio successivo, comunque, la produzione della Tin Pan Alley, soprannome di fatto dato all’insieme di tutte quelle società editrici concentrate le proprie nei dintorni della 14ª Strada Est di New York e che producevano un suono fondamentalmente ottenuto dai loro pianoforti sempre in azione (simile a quello di una padella stagnata: TIN -> latta – PAN -> padella – ALLEY -> vicolo), era rivolta soprattutto verso canzoni popolari, che potevano essere eseguite da principianti, cantanti dilettanti o da orchestre commerciali.
Il suo declino coincise con la nascita delle nuove tecnologie e con l’arrivo della grande depressione che dagli anni ’30 cambiò le sorti e le abitudini dell’intera nazione.
IL GIOVANE GEORGE GERSHWIN
Ma veniamo al giovane George Gershwin. La sua posizione all’interno dell’industria discografica newyorkese, e il suo indubbio talento compositivo, lo misero in condizione di pubblicare la sua prima canzone “When You Want ‘Em You Can’t Get ‘Em” , “Quando li vuoi, non puoi ottenerli, quando li hai, non li vuoi”, nel 1916, un brano pubblicato da Harry Von Tilzer Music Publishing Co., con il testo di Murray Roth.
Si trattò di una canzoncina leggera, che narrava in maniera semplice le pene d’amore, niente di che, e che non ebbe neanche un gran riscontro, ma che fu comunque sufficiente ad avviare la carriera di compositore del giovane Gershwin.
I MUSICAL
Intorno ai 18 anni George cominciò a comporre canzoni per i musical di Brodway, una produzione sterminata, cesellata da successi clamorosi, a cominciare da: Lady, Be Good! che debuttò al Liberty Theatre il 1° dicembre 1924, e che fu il primo grande successo di Broadway di George e Ira Gershwin. Tale successo si ripetette anche in Europa, quando lo spettacolo fu replicato ben 326 volte All’Empire Theatre di Londra a partire dalla sua prima il 14 aprile 1926 con i fratelli Fred e Adele Astaire.
Questo spettacolo fu seguito da un altro grande successo “Tip-Toes”, che debuttò a Broadway al Liberty Theatre il 28 dicembre 1925, nel cui cast originale figurano nomi di spicco come Queenie Smith nel ruolo di Tip-Toes, e attori cantanti di primo livello come Allen Kearns, Steve Burton e Jeanette MacDonald.
Lo spettacolo ebbe ben 194 rappresentazioni, e venne successivamente rappresentato anche in Inghilterra e in Australia.
Non meno clamorosa fu l’accoglienza per “Oh, Kay!” un musical del 1926 che i fratelli Gershwin scrissero basandosi sulla commedia “La Présidente” e sul libretto di Guy Bolton e P.G. Wodehouse. E’ ricordato soprattutto per la canzone “Someone to Watch Over Me” che, successivamente, è diventato uno dei primi standard di Gershwin e che ha contribuito a fare diventare questo spettacolo, nel corso del tempo, un vero e proprio classico del suo genere.
Tra gli altri successi e innumerevoli titoli scritti dai fratelli Gershwin per le grandi produzioni di musical di Broadway, vanno almeno menzionati in questo breve saggio: “Strike Up the Band” del 1927, presentato nel 1930, “Rosalie” del 1928 – successivamente adattato per il cinema, “Treasure Girl” sempre del 1928, ricordato per la canzone “I’ve Got a Crush on You”, “Girl Crazy” del 1930, anch’esso riadattato e proposto per il grande schermo.
Tra gli spettacoli fondamentali della produzione dei fratelli Gershwin, va ricordato “Of Thee I Sing” del 1931, che valse il premio Pulizer per la drammaturgia a Ira Gershwin.
Basato sul libretto di George S. Kaufman e Morrie Ryskind, lo spettacolo andò in scena la prima volta il 26 dicembre al Music Box Theatre per la regia di George S. Kaufman con Lois Moran, Victor Moore e George Murphy, ed arrivò ad avere ben 411 recite.
Ci fu poi la produzione per “Pardon My English” del 1933, che ebbe meno fortuna e vita più breve, ma comunque ancora noto per la sua musica accattivante, che fu seguito da “Let ‘Em Eat Cake” del 1933, che di fatto era il sequel di “Of Thee I Sing”, anche se meno riuscito del suo predecessore.
PORGY AND BESS
L’opera più importante in questo ambito per i fratelli Gershwin è storicamente considerata “Porgy and Bess”. Questa rappresentazione è l’emblema del contributo dato da George, che riuscì a realizzare uno spettacolo in grado di essere rappresentato sotto forma d’Opera, o sotto forma di Musical, quasi indifferentemente.
Fu definito “folk opera” dallo stesso George Gershwin per la sua combinazione di elementi operistici fusi e trattati con lo stile e i temi appartenenti alla cifra espressiva tipica della musica popolare americana.
La sua messa in scena nel corso del tempo si è adattata a seconda del luogo di rappresentazione, nei teatri lirici, dove si è avvalso dell’apporto di cantanti di estrazione classica, e nei teatri di Broadway, dove è stato messo in scena con i canoni tipici del Musical.
In entrambe le versioni comunque il suo punto di forza è rappresentato dalla bellezza di canzoni come “Summertime” e “It Ain’t Necessarily So”, che hanno contribuito alla popolarità dello spettacolo sia come opera che come musical.
Quest’ opera, è ispirata al romanzo Porgy, scritto da Edwin DuBose Heyward in collaborazione con la moglie Dorothy, il cui adattamento teatrale, diverrà il libretto utilizzato da George per la composizione musicale, e da suo fratello maggiore Ira per la scrittura dei testi.
Porgy, è un romanzo pubblicato dalla casa editrice George H. Doran Company nel 1925, ambientato negli anni venti del ‘900, racconta la storia di Porgy, un mendicante di colore, che vive nelle case popolari di Charleston, nella Carolina del sud.
Il libro è interessante anche per l’utilizzo del Gullah, una lingua creola, una sorta di slang utilizzato tra gli afroamericani durante gli anni della schiavitù.
Il romanzo venne adattato, per essere rappresentato teatralmente dal suo autore insieme a sua moglie, la drammaturga Dorothy Heyward, ma contemporaneamente i coniugi erano già in contatto con George Gershwin, interessato a trasformarlo in una versione operistica, cosa che fece dieci anni dopo, nel 1935.
Termina qui questa seconda parte del nostro studio dedicato all’ opera dei fratelli Gershwin, nella terza concentreremo l’attenzione ancora sul panorama sonoro e teatrale alla base delle composizioni di George Gershwin, e dedicheremo spazio anche allo straordinario lavoro letterario compiuto da suo fratello Ira.