Con la presentazione scritta da Luigi Viva,
autore delle biografie di Pat Metheny e Fabrizio De André
Lorenzo Feliciati, in anni recenti, ha prodotto una serie di album di grande valore fondendo il linguaggio rock con il jazz e la musica contemporanea, sempre avvalendosi di compagni di viaggio di altissimo livello (Cuong Vu, Chad Wackerman, Steve Jansen, Pat Mastelotto, Bill Laswell, etc.).
In questa occasione Feliciati sceglie la formula del trio, affiancato dal batterista Daniele Chiantese e dal pianista e tastierista Kristian Terzić. Il risultato è quasi una dichiarazione di amore per un genere, il jazz elettrico, che grazie a band quali Weather Report, Pat Metheny Group e YellowJackets è entrato nel cuore di ognuno di noi.
I brani, tutti composti da Feliciati, tranne “A Journey’s End” e “Maybe/Someday” a firma Terzić, rivelano una felice vena compositiva e un gusto melodico al tempo stesso immediato e mai ovvio. Le linee del basso preparano le melodie sulle quali Terzić dà il meglio di sé, dispiegando un campionario di progressioni armoniche e sonorità invidiabili. Il tastierista croato, da anni avvezzo a frequentazioni oltre oceano (Simon Philips, Giulio Carmassi, Mike Miller), aveva già messo in luce il suo talento nel primo album solo. Non da meno l’apporto di Daniele Chiantese; la sua batteria tratteggia il lavoro dei compagni, utilizzando con eguale perizia crash e ride, fondamentali in questo genere di musica. Notevole l’apporto dei tre ospiti a cominciare dal sassofonista Gianni Vancini che suona nel brano di apertura “The Two Sides of a Coin”, sorta di congiunzione fra il mondo rock-prog e il jazz.
La cantante Desiree Petrocchi in “Maybe/Someday” ripercorre con sapienza tecniche vocali care a Milton Nascimento, mentre il percussionista Martin Verdonk (Prince, Steve Winwood, WDR Big Band ), arricchisce con le sue percussioni “Maybe/ Someday”, “Fortunately” e “A Journey’s End”.
Emozionante a dir poco l’ascolto di “Wonderland”; qui Feliciati, con delle toccanti linee melodiche al fretless, permette a Kristian Terzić di volare alto omaggiando Lyle Mays.
In tutti i pezzi, l’interplay fra i tre musicisti fa presagire nuovi ed entusiasmanti scenari a cominciare dalle esibizioni dal vivo. Un album di qualità, suonato alla grande e soprattutto musica chiara, onesta, realizzata con amore.
Luigi Viva
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