Uno degli argomenti attuali più discussi dai musicisti (partendo in primis da noi batteristi) è sicuramente quello legato alle medesime problematiche nel suonare Avanti,Indietro o Sul Beat.
Siamo perennemente alla ricerca di metodi e soluzioni per eseguire dei Patterns in maniera comoda, fluida e solida, impazziamo cercando il sincrono con il metronomo per ottenere un Groove che suoni (come gli Americani lo definiscono) In The Pocket e non marcato o dilatato.
Negli ultimi tempi infatti negli studi di registrazione è aumentata l’esigenza di raggiungere il massimo nella realizzazione di una take soprattutto dal punto di vista ritmico sforzandosi di stare quanto più possibile sul battere…. ma, riascoltando la traccia ci si accorge che la batteria è suonata quasi sempre Up.
Spesso, ciò è dovuto all’insicurezza, instabilità sul Drumset, rigidezza, poco controllo e mancata reattività del musicista nel relazionarsi con il beat, oppure a una vera e propria disattenzione o addirittura all’indifferenza nel pensare correttamente il Tempo così come nel non rispettare le suddivisioni interne che intercorrono tra una pulsazione e l’altra. Altrettante volte, alla base può esserci un problema di natura psicologica, che diventa la causa principale e che coinvolge l esecutore a non esibirsi con il giusto relax combattendo un’ inutile e profonda lotta interiore. Egli si carica di paure e mette in discussione dapprima il suo clock interno, esagera durante lo studio sullo strumento eccedendo nell’utilizzo del metronomo e arriva a essere ossessionato da esso stesso fino a diventarne dipendente con un risultato finale catastrofico: cercare la perfezione assoluta che non troverà mai.
Sviluppare il proprio “Internal clock” è importante, ci permette di capire se stiamo suonando Up, Down, On così come studiare e suonare con il click ma non bisogna esagerare 🙂 .É fondamentale che tutto scorra in maniera tranquilla e serena. Un controllo del nostro tempo interiore ci aiuta senza alcun dubbio a muoverci meglio in situazioni in cui non è richiesto l’utilizzo del Metronome, tiene sotto controllo gli altri componenti della band aiutandoli a migliorare le loro prestazioni e noi siamo più felici 🙂 .
Tornando al discorso iniziale vorrei menzionare una parte di un articolo: “Timing: Suonare Avanti, Indietro o sul Beat” pubblicato qualche anno fa da un carissimo amico e collega chitarrista Marcello Zappatore su questo stesso sito.
“Il suonare avanti o dietro rappresenta anche, a mio avviso, espressione di un proprio modo di essere dal punto di vista culturale e/o razziale; culturalmente parlando, noi europei abbiamo tutto il retaggio della musica classica (spesso votata al virtuosismo o comunque alla valorizzazione del singolo esecutore o gruppo di esecutori) che ci porta inevitabilmente a suonare avanti rispetto al battito del metronomo. Nell’ambito invece della musica africana (e di tutto ciò che da essa deriva), l’esperienza musicale è un’esperienza di gruppo che si impronta alla condivisione, in cui è molto labile la separazione tra esecutori e pubblico (differenza fortissima rispetto all’elitarietà di buona parte della musica classica), e in cui è importante godersi il momento della comunanza musicale affinché duri il più a lungo possibile: è per questo che è molto probabile che un nero, anche istintivamente, vada dietro (in ritardo) rispetto al beat.
Per quanto riguarda il punto di vista razziale, avete mai notato la differenza che c’è nel modo di camminare di un nero e di un bianco? Si tratta di una pesante generalizzazione, però in linea di massima una persona bianca cammina con passi stretti e rapidi, come a volersi sbrigare, mentre un nero si molleggia su falcate più ampie e meno frequenti. Probabilmente anche questo fattore porta una persona ”non europea” a collocarsi dietro rispetto al beat.”
Secondo il mio punto di vista possono nascere dei seri problemi sul Controllo del Timing anche nel momento in cui ci ritroviamo ad eseguire un Back o Forward. A mio avviso, su un Backbeat dove si accentua il secondo e quarto movimento (sul Rullante) useremo dei Grooves rilassati, se invece si tratta di Forward con accento sul primo e terzo (la cassa) saremo più nervosi.
E anche qui è nato un vero e proprio dibattito tra noi musicisti: quali linguaggi stilistici Up/Down/On e quando Back & Forward?
Sicuramente, tutti gli stili musicali che hanno i tipici accenti sul 2 e 4 come il Blues, Funk, Jazz,Latin ecc vanno suonati indietro, quelli sul 1 e 3 (Rock, Punk, Hard Rock, Country, Rock & Roll ecc…)in avanti mentre il “POP” On, quindi “In The Pocket”!
Un esercizio importantissimo grazie al quale possiamo migliorare la nostra percezione del tempo è quello di pensare alle suddivisioni interne tra un quarto e l’altro all’interno di una misura. Questo ci permetterà di avere sotto controllo tutte le note che intercorrono tra le pulsazioni.
Esempio:
In una battuta di 4/4 con movimenti regolari di ¼ si pensa spesse volte in sedicesimi nelle velocità che variano con bpm da 40 a 110, in ottavi invece nelle velocità con bpm da 120 in poi. In questo modo, come afferma il mio maestro Maurizio Dei Lazzaretti ”tutto quello che non suoniamo sullo strumento (le pause), suona dentro di noi”.
Il complessivo ci dà continuità e fluidità del timing e ci aiuta a interiorizzare correttamente tutte le note collocandole al loro giusto posto.
Secondo il mio parere, un errore gravissimo che viene commesso è quello di studiare le divisioni utilizzando il linguaggio italiano (con tutto il rispetto per la nostra lingua 🙂 ).
Se dividiamo un bar di 4/4 ogni pulse di ¼ sarà suddiviso poi in una quartina di sedicesimi e otterremo questo conteggio:
U-U-NO-O DU-U-E-E TRE-E-E-E QUA-A-TTRO-O
Noteremo che le sillabe sono strettissime, formate nella maggior parte da una vocale o da una vocale+consonante (raramente da tre).
Questo modo di contare ci porterà inevitabilmente in avanti: le sillabe sono strette, il linguaggio e la pronuncia sono veloci e brevi soprattutto nel pronunciare le vocali U – E.
Il nostro obiettivo è quello di stare comodi sul Time perché come appunto descrive Marcello Zappatore nel suo articolo, noi musicisti bianchi per natura suoniamo up e se applichiamo questo sistema di counting a sillabe strette andremo a spingere ancora di più rispetto al battere. In virtù di ciò che è stato appena descritto, sconsiglio vivamente questo modo di pensare e contare.
Una tecnica che invece consiglio , è quella di utilizzare il linguaggio inglese:
ONE-E-AND-AH TWO-E-AND-AH THREE-E-AND-AH FOUR-E-AND-AH.
Come si può notare, suddividendo in questo modo le sillabe sono più lunghe, contengono più vocali e consonanti, la pronuncia e il linguaggio sono più dilatati e larghi rispetto a quello italiano.
Sicuramente, questa soluzione aiuterà il musicista a drummare o strimpellare in maniera più pratica e in pieno comfort perché avrà un Timing controllato e preciso.
Vorrei concludere questo articolo consigliando a tutti i batteristi e musicisti lo splendido libro “Time Rudiments” di Maurizio Dei Lazzaretti, una guida completa per migliorare la Percezione del Tempo ed soprattutto il proprio Internal Clock. Io lo studio ormai da diversi anni e gli argomenti trattati mi hanno davvero aiutato tantissimo a migliorare appunto il mio Tempo Interiore, Controllo, Reattività e Anticipazione Motoria, Relax, il Rapporto con il click stesso e……..mi ha ispirato a scrivere questo articolo.